Un viaggio nella storia tra i Bunker tedeschi di Mesola
Gli abitanti del luogo li chiamano “furtin” ed i turisti non ne conoscono l’esistenza, anche se perfettamente visitabili e conservati.
Tu ne hai mai sentito parlare?
Sono i fortini antibombardamento disseminati nei boschi di Mesola, un itinerario che merita una visita.
Si tratta di una ventina di bunker in cemento armato, risalenti alla seconda guerra mondiale, costruiti dai tedeschi a scopo difensivo in mezzo al fitto del bosco.
Una pagina di storia
In origine le costruzioni erano circa 30, un vero e proprio sistema di bunker, ma alcuni sono stati atterrati mentre gli altri, accessibili e aperti al pubblico, sono distribuiti tra la pineta delle Motte, la pineta del Fondo e nel paese di Mesola stesso.
Oltre ad essere un ricordo della Grande Guerra, sono anche testimonianza della povertà e della miseria del primo dopoguerra, avendo costituito un ricovero per ben 17 famiglie.
I giovani al lavoro
E’ la giovane popolazione locale dell’epoca (1943-1944) che ha lavorato per erigere i bunker, sotto il ferreo controllo dei tedeschi che li pagavano 500 lire al mese.
Il progetto iniziale era di realizzare bunker sotterranei, in grado di confondersi con l’ambiente, ma la geologia del terreno impedì di realizzarli in questo modo, lasciando come unica alternativa il cemento armato.
Oggi, per far conoscere questi luoghi e favorirne il turismo, l’area è stata riqualificata con la sistemazione dei sentieri e dei punti di accesso.
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